L'ERMETISMO, CARATTERI GENERALI - SALVATORE QUASIMODO
Salvatore Quasimodo è il terzo degli autori siciliani che
abbiamo studiato quest’anno, dopo Verga e Pirandello.
È stato uno tre grandi poeti (insieme a Montale ed Ungaretti)
appartenenti all’ERMETISMO, una corrente letteraria nata a Firenze intorno agli
anni ’30. I poeti appartenenti a questa corrente letteraria perseguono l’ideale
della “poesia pura”; il TEMA CENTRALE dei loro versi è il senso di solitudine
che ha invaso l’animo dell’essere umano, dopo aver perduto la fede nei valori
reali e la speranza in un mondo devastato dalla guerra e dominato dalle
dittature.
Le caratteristiche della poesia ermetica sono:
1) predilezione per i componimenti
brevi, a volte di pochi versi;
2) assenza di forme di punteggiatura;
3) uso dell’analogia al posto della
similitudine.
Quasimodo nasce a Modica nel 1901; da giovane si trasferisce
a Roma dove studia da autodidatta il greco ed il latino. Collabora con la
rivista letteraria SOLARIA (che ha sede a Firenze) con la quale pubblica la sua
prima grande raccolta di poesie: “Acque e
terre”.
Il tema principale della sua prima produzione poetica è il
GRANDE ATTACCAMENTO ALLA SUA TERRA di ORIGINE, LA SICILIA, i cui paesaggi sono
descritti nella loro immobilità, in una dimensione mitica e fuori dal tempo. La
raccolta di poesie più importante di questo periodo è “Ed è subito sera”.
Nel dopoguerra si iscrive al Partito Comunista e sceglie
delle tematiche legate alla guerra e con un forte impegno civile e morale; l’opera
che segna questo cambiamento è “Giorno
dopo giorno”.
Nel 1959 riceve il Premio
Nobel per la letteratura; muore a Napoli nel 1968.
Nella poesia “Ed è subito sera” il
poeta, in soli tre versi, sintetizza la parabola della vita dell’uomo, con una
vena di spiccato pessimismo: l’uomo è destinato a vivere in solitudine (parole –
chiave: ognuno/solo) ed a morire troppo presto (parole – chiave:
trafitto/subito; subito, in latino, si può tradurre con: improvvisamente)