Giovanni Pascoli (libro pag. 230 - 234)



Nasce a San Mauro di Romagna nel 1855. La sua giovinezza fu segnata dall’uccisione del padre, avvenuta n circostanze misteriose e mai chiarite. Insegnò Letteratura latina all’Università di Messina e, successivamente, insegnò Letteratura italiana a Bologna, subentrando al Carducci.
La sua poetica può essere spiegata attraverso l’analisi di due tematiche:
1)    La tematica del FANCIULLINO: il poeta deve essere nell’animo come un bambino, puro e semplice; solo così potrà creare la vera poesia.
2)    La tematica del NIDO: il nido è la metafora della sicurezza data dall’ambiente domestico, quella sicurezza che venne a mancare in casa sua dopo l’uccisione del padre. Fino a quando è nel nido, la famiglia è al sicuro; fuori dal nido si è esposti ai pericoli/mali del mondo.

Le opere più importanti del Pascoli sono:
1)    MYRICAE (pron. mirìce): il titolo è tratto dal nome latino delle tamerici, dei cespugli della macchia mediterranea, molto piccoli ed umili; nella raccolta sono presenti delle poesie molto brevi.
2)    I POEMETTI (divisi in PRIMI POEMETTI e NUOVI POEMETTI)
3)    I CANTI DI CASTELVECCHIO
Appartengono alla raccolta MYRICAE due capolavori del Pascoli: X agosto e La quercia caduta.
Nella poesia X agosto, il poeta ricorda la morte del padre avvenuta il 10 agosto del 1867: la notte di San Lorenzo che, per molti è un momento di felicità, per il poeta è vista come la ricorrenza di un LUTTO; il mondo diventa quindi un atomo opaco a causa del male. La metafora della rondine uccisa mentre tornava al suo nido a portare il cibo ai suoi rondinini combacia perfettamente con la tragica fine del padre che tornando a casa fu ucciso misteriosamente; il padre portava due bambole in dono alle due figliolette.




Nella poesia LA QUERCIA CADUTA, in soli dieci versi il poeta contrappone la gioia degli abitanti di un villaggio, nel tagliare una quercia secolare per ricavarne legna da ardare, alla disperazione di una capinera a cui è stato distrutto il nido. Il messaggio è molto chiaro: il dolore che c'è nel mondo è personale e non può essere capito da coloro che non lo vivono in prima persona. 





















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