EUGENIO MONTALE


Nasce a Genova nel 1896. Nel 1926 firma il “Manifesto degli intellettuali antifascisti” e pubblica la sua prima raccolta di versi: “Ossi di seppia”. Nel 1967 viene nominato senatore a vita per meriti artistici e, nel 1975, riceve il premio Nobel per la letteratura.
I temi dominanti della poesia di Montale sono:
1)      la concezione negativa dell’esistenza;
2)      la crisi dell’uomo del suo tempo, privo di certezze e incapace di trovare un senso alla propria esistenza
Un espediente letterario, che il poeta usa tantissimo, è il CORRELATIVO OGGETTIVO: si tratta di una serie di elementi (oggetti, animali, situazioni, episodi,…) che messi insieme hanno il potere di evocare ricordi o suscitare emozioni.
Due poesie molto famose, contenute nella raccolta “Ossi di seppia”, sono:
      Spesso il male di vivere ho incontrato
           in cui il poeta indica nell’indifferenza l’unica via di uscita dal dolore per l’uomo.

     Meriggiare pallido e assorto
In questa poesia Montale mette in stretta correlazione la sua concezione negativa dell’universo con l’aridità del paesaggio ligure. Nelle prime tre strofe, il poeta osserva la natura, sottolineandone la quasi totale immobilità; nella quarta e ultima strofa, comprende che la vita dell’uomo assomiglia ad un monotono cammino accanto ad un alto ed insormontabile muro, oltre il quale si trova, forse, il senso delle cose.
Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Il titolo “Ossi di seppia” è riferito agli scheletri di seppia che il mare, dopo averne aspirato lo spirito vitale, abbandona sulla spiaggia: il mare rappresenta la vita, la spiaggia è il mondo, gli ossi di seppia simboleggiano gli individui sfiniti dalla pesantezza della vita.

 Altre raccolte poetiche sono: Le occasioni e Satura.

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