LA SECONDA GUERRA MONDIALE (prima e seconda parte)


LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Gli anni Trenta, in Europa, furono segnati da una situazione internazionale tesa; la Germania uscì dalla Società delle Nazioni e cominciò le operazioni per il riarmo.
L’Italia, dopo aver invaso l’Etiopia, occupò l’Albania e, nel 1939 firmò il PATTO D’ACCIAIO con la GERMANIA.
L’Europa, ora, si trova divisa in tre grandi blocchi:
1)   I PAESI DEMOCRATICI, con a capo Francia e Regno Unito;
2)   I PAESI COMUNISTI, con a capo l’Urss;
3)   I PAESI CON REGIMI TOTALITARI, con Italia e Germania.

Il sogno di Hitler era quello di ridare vita ad un grande regno europeo con tutti i territori di lingua tedesca; era il TERZO REICH (terzo perché era l’erede dei grandi imperi Romano e Sacro Romano Impero). Nel 1938 unì alla Germania la Repubblica d’Austria e una parte della Cecoslovacchia; la restante parte di quest’ultima, comprendente le famose regioni della BOEMIA E DELLA MORAVIA,  fu annessa nel 1939.
LA RUSSIA  di Stalin era preoccupata dall’espansione tedesca, così poco dopo firmò con Hitler un PATTO DI NON AGGRESSIONE, che aveva una clausola segreta: la spartizione della Polonia.
A settembre 1939, Hitler invase la Polonia; Francia e Regno Unito dichiararono guerra alla Germania; l’Italia dichiarò LA NON BELLIGERANZA.
Hitler sperava in una guerra lampo, possibile grazie ad un uso massiccio di aerei e carri armati; dopo pochi mesi di combattimento, la Germania occupò la parte occidentale della Polonia, la Russia quella orientale.
Nel 1940, i Tedeschi conquistarono Norvegia, Danimarca, Belgio e Olanda; a giugno raggiunsero Parigi, costringendo la Francia a chiedere l’armistizio. Nello stesso anno, l’Italia entrò in guerra.
La Germania cercò di occupare il Regno Unito, il cui capo del governo era WINSTON CHURCHILL; gli aerei tedeschi tentarono un bombardamento massiccio ma la contraerea inglese riuscì ad abbatterne moltissimi, infliggendo alla Germania LA PRIMA SCONFITTA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE.

Perché l’Italia entrò in guerra?
Mussolini era cosciente dei limiti dell’esercito italiano ma di fronte ai grandi successi dell’alleato tedesco coltivava il sogno di sedersi al tavolo dei vincitori alla fine della guerra. Di conseguenza, il 10 giugno 1940 dichiarò guerra alla Francia. Nell’ottobre dello stesso anno, Mussolini decise di attaccare la Grecia: l’esercito italiano, tuttavia, subì una pesante sconfitta e riuscì nell’impresa solo grazie all’aiuto di truppe tedesche.
SECONDA FASE DELLA GUERRA
Nel giugno 1941, Hitler decise di invadere la Russia per due motivi:
1)   conquistare nuovi territori per aumentare lo spazio vitale per il popolo tedesco;
2)   mettere le mani sugli immensi giacimenti di petrolio.
In poche settimane i tedeschi, aiutati da 230.000 soldati italiani, riuscirono a portarsi a breve distanza da Mosca ma l’arrivo dell’inverno e la riorganizzazione dell’Armata Rossa li costrinsero alla ritirata. Fu una disfatta: quasi 100.000 soldati italiani non fecero ritorno in patria.
All’inizio del 1942, la Germania controllava buona parte dell’Europa: ne erano escluse Russia e Regno Unito. Tuttavia, a dicembre del 1941 era avvenuto un fatto che avrebbe cambiato le sorti della guerra: il Giappone, che voleva entrare in guerra con Germania e Italia, senza dichiarare guerra, attaccò con 400 aerei la flotta americana, ormeggiata a PEARL HARBOR, distruggendola quasi completamente; di conseguenza, gli USA entrarono in guerra a fianco di Russia, Francia e Regno Unito, inviando in Europa uomini e mezzi.
Grazie all’appoggio degli USA, gli alleati nel 1943 passarono al contrattacco e, nella notte tra il 9 e il 10 luglio, sbarcarono in Sicilia e cominciarono la risalita della penisola italiana. Il Re Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini e nominò al suo posto il GENERALE PIETRO BADOGLIO. Il 3 settembre 1943 gli alleati concessero un armistizio all’Italia (FIRMATO A CASSIBILE, provincia di SIRACUSA) che ora si presentava divisa in due:
1)   gli alleati (USA, Francia, Regno Unito) a SUD;
2)   i tedeschi al CENTRO – NORD.
Mussolini, liberato dai tedeschi, costituì nel Nord Italia un nuovo stato, LA REPUBBLICA DI SALÒ (Salò era la località, sul lago di Garda, sede del governo).
Piano piano, tante città italiane venivano liberate: dopo Napoli (settembre 1943), toccò a Roma nel giugno del ’44 e a Firenze (agosto ’44). L’esercito italiano regolare era coadiuvato dai partigiani, combattenti armati che non appartenevano ad un esercito regolare ma al movimento della RESISTENZA e che solitamente si organizzavano in bande o gruppi, per fronteggiare uno o più eserciti regolari.

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