IL DECADENTISMO (libro pag. 227 - 229)
DECADENTISMO
Il Decadentismo si sviluppa in Francia nella
seconda metà dell’Ottocento, in contrapposizione al Naturalismo e al Verismo, ed è una corrente
culturale che influenzerà tutta la letteratura del Novecento.
Il termine “decadente” fu
inizialmente usato in senso dispregiativo da parte della critica
tardo-ottocentesca per identificare una nuova generazione di poeti considerati
al di fuori della norma, sia nella produzione artistica sia nella pratica della
vita, i cosiddetti “poeti maledetti”,
che apparivano alla gente comune dei decadenti, cioè corrotti e dissoluti.
Ma loro non si offesero e usarono questo appellativo come simbolo per
indicare la propria diversità ed estraneità nei confronti della società nella
loro rivista “Le Décadent” uscita nel 1886. Teorico del Decadentismo fu il poeta francese Paul
Verlaine.
Questa corrente letteraria si ramifica in due filoni:
IL SIMBOLISMO, che predilige una poesia basata soprattutto sui suoni e sulle melodie timbriche e ritmiche; a questo filone appartiene Giovanni Pascoli.
L'ESTETISMO cui appartiene il D'Annunzio.
L'esteta è colui che non ha i valori morali come principio della sua vita,
bensì il bello ed in base ad esso agisce e giudica la realtà. Va alla ricerca
di rare sensazioni e di oggetti preziosi, non gli piace la volgarità e la
banalità della gente. Arte e vita per lui si mescolano: la vita è un’opera
d’arte.
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