Il pessimismo leopardiano e le opere principali
LE TRE FASI
DEL PESSIMISMO LEOPARDIANO
La pur breve vita di Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 - Napoli, 1837) è contrassegnata da tre
diverse riflessioni a proposito dell’INFELICITA’ UMANA, corrispondenti a tre
momenti distinti del suo pessimismo:
- · Fase del PESSIMISMO STORICO, in cui la Natura è benigna e accogliente mentre l’uomo, una volta superata quella fase primordiale in cui viveva immerso nella natura ricevendone tutto il necessario per il proprio sostentamento, con la sua malvagità provoca il male dei suoi simili.
- · Fase del PESSIMISMO COSMICO, in cui la Natura diventa Matrigna (cioè malvagia) e opprime l’essere umano, generando in lui dolori ed illusioni; l’uomo, in questa fase, diventa una vittima della Natura, viene ingannato ed alla fine soccombe dinnanzi ad un destino crudele.
- · Fase del PESSIMISMO EROICO, nella quale il poeta invita gli uomini alla solidarietà: solo unendosi e cooperando al bene comune, l’essere umano può “tentare” di resistere agli attacchi della Natura malvagia. Il simbolo di questa lotta è la GINESTRA O IL FIORE DEL DESERTO, una pianta che riesce a crescere alle pendici del Vesuvio e che diventa l’emblema del pensiero del Leopardi, che si erge contro la Natura crudele e la stoltezza degli esseri umani.
LE OPERE DI LEOPARDI
Leopardi compose molte opere, sia in
prosa che in versi; le più importanti sono:
OPERE IN POESIA: I Canti (alcuni titoli =
Il sabato del villaggio, A Silvia, L’infinito, Il passero solitario);
OPERE IN PROSA: Lo Zibaldone (una sorta di
diario personale del poeta, ricco di appunti e curiosità);
Le Operette morali ( ventiquattro componimenti in prosa, divise tra dialoghi e novelle; i temi sono quelli cari al poeta: rapporto uomo – Natura, …)
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