Giosuè Carducci (libro pag. 216 - 217)


Carducci è uno dei poeti più importanti della letteratura italiana dell’Ottocento.
Nacque a Val di Castello (Lucca), nel territorio della Versilia, in Toscana.
Fu docente di lettere all’Università di Bologna e GRANDE AMANTE DELLA CULTURA CLASSICA GRECA E LATINA.
La poetica di Carducci è caratterizzata da un grande amore per la patria e per la sua terra natale, la Maremma, che lui stesso descrive con nostalgia, insieme all’amore per il bello e per la libertà. Egli presenta la figura del poeta vate: costui (il poeta) è un profeta, che deve ispirare l’intera società.
Accanto a poesie dai contenuti civili, Carducci compone odi in cui è presente la natura, vista nei suoi vari momenti (le stagioni), alla quale associa spesso ricordi dell’infanzia o rimpianti per gli affetti perduti (LA SUA VITA FU SEGNATA DALLA MORTE PREMATURA DEL FIGLIOLETTO DANTE). Il fine di queste poesie è quello di far riflettere i lettori sulla vita e sul destino degli uomini.

PIANTO ANTICO: è un'ode dedicata al figlioletto Dante, morto all'età di tre anni. LA STAGIONE è l'estate, il mese è giugno e l'albero è in piena fioritura. La metafora è quella della vita: il poeta paragona se stesso alla pianta e il figlio ad un suo fiore. Ma dopo la scomparsa del figlio, la pianta del poeta è appassita a causa del dolore.


  

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